
11 Dic Photo Open Up, il festival padovano di fotografia
Cescot Veneto partecipa a Photo Open Up, il festival padovano di fotografia che ospita 23 esposizioni di circa cento autori diversi provenienti da tutto il mondo in suggestive e storiche location di Padova
Il tema dell’evento è “Lo stupore ritrovato”, che verrà sviluppato da e con molteplici obiettivi, fotografici e non solo. Nel palinsesto sono infatti contenute varie mostre che hanno l’intento comune di restituire un’immagine inedita del territorio.
Tra queste, Land of Venice, risultato del progetto di promozione e valorizzazione turistica, artistica e culturale LoVe! Land of Venice, curato da Cescot Veneto e sostenuto dal POC della Regione Veneto (Dgr1392/2020).
Un progetto dedicato alle pratiche artistiche venete e al turismo culturale-creativo, costellazione di esperienze tra il patrimonio culturale e le arti visive contemporanee che traccia una mappa del Veneto da una prospettiva creativa e originale.
Un percorso artistico e poetico ondivago, dai “must-see” di Land of Venice al palcoscenico di menti visionarie che animano la scena contemporanea, concepito con la complicità di una rete di imprenditori dell’ospitalità, del gusto e della cultura, per dare vita a esperienze creative, sinestesiche e coinvolgenti con uno sguardo nuovo e sostenibile che intercetta il Veneto del futuro. LoVe! è un progetto sperimentale, emancipato da logiche di flussi e stagionalità, un laboratorio per il turismo che sospende la comune separazione tra lavoro, tempo libero, business e marketing di destinazione, per collocare l’esperienza di viaggio semplicemente nello stato di “flow” con le sue città e il suo territorio.
L’ex Macello ospita Land of Venice, Marina Caneve è la firma artistica degli scatti.
Come spiega la fotografa: “I protagonisti degli scatti sono luoghi veneti molto diversi tra loro, capaci di definire un inventario vasto ed eterogeneo. Ho adottato un approccio interdisciplinare, che mette in dialogo la fotografia, l’etica ambientale e la percezione socio-culturale dei luoghi che viviamo e attraversiamo. Ho voluto indagare il legame che c’è fra contemplazione, gratitudine ed esperienza del territorio. Il mio intento vuole essere quello di far scoprire i lati nascosti della Regione, non per aumentarne l’attrattività o spingerci a usarli, quanto per far avvertire, attraverso il nostro sguardo, quell’urgenza di rispetto spaziale e attenzione ambientale che, oggi, più che mai, dovrebbe riguardarci tutti.”
Land of Venice propone quindi un percorso espositivo che si sviluppa come narrazione corale di fotografie empatiche ma non pietistiche, sia inedite che d’archivio (da Manifesto frammentario della città di Venezia, 2013 – in corso). La mostra invita lo spettatore a un esercizio di riflessione per immaginare connessioni e rimandi da un luogo a un altro; lo accompagna ad abitare un territorio che è al contempo visibile e invisibile; lo spinge a esporsi, avendone cura, alle sue caratteristiche fisiche, geografiche e culturali per inciampare su stimoli inaspettati. Ogni luogo fotografato contiene infiniti rimandi a ogni altro luogo possibile.
Le fotografie che compongono il progetto sono legate tra loro dalla curiosità rispetto all’idea di natura e al ruolo che le abbiamo assegnato nel paesaggio, dalla divagazione ricorrente, dalla contaminazione tra l’ambiente e ciò che vi è costruito, dalla riflessione sull’abbandono, la meraviglia e la temporaneità, dalla magia di vivere momenti ordinari in luoghi straordinari. Tutto questo attraverso un paesaggio che, con il suo disegno, come nel caso delle foreste che collegano le Dolomiti a Venezia o il paesaggio messo in scena dell’Orto Botanico di Padova, induce gli spettatori a reinterpretare i luoghi partendo dalle relazioni che intercorrono tra di loro e tra loro e chi li vive.